E’ dell’8 novembre scorso l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del “nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, col quale l’esecutivo pare aver adempiuto la delega conferitagli lo scorso ottobre 2017.
Il decreto legislativo in esame intende riformare la disciplina previgente, tenendo conto della normativa dell’Unione europea e, soprattutto, perseguendo un duplice ordine d’obiettivi, in particolare:
- addivenire ad una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese interessate;
- preservare la capacità imprenditoriale di quei soggetti che s’incamminino verso il fallimento della propria impresa per particolari circostanze.
In quest’ottica, molteplici sono le novità apportate e che sono ad oggi al vaglio delle Commissioni Parlamentari. Più precisamente, ripercorrendo il testo in esame, è possibile ravvisare:
- forte semplificazione ed uniformazione delle discipline dei diversi riti speciali previsti in ambito concorsuale;
- attribuzione d’attenzione prioritaria a tutte quelle proposte che constino soluzioni di superamento della crisi, permettendo così di conseguire l’obiettivo della continuità aziendale;
- snellimento, in termini di costi e di durata, delle varie procedure concorsuali;
- sostituzione del termine “fallimento” con la più tenue espressione “liquidazione giudiziale”, aderendo così alla prassi europea e scongiurando, allo stesso tempo, l’altrimenti inevitabile disprezzo sociale, nonché personale, che connota il fallimento;
- istituzione presso il Ministero della giustizia di un apposito albo di soggetti preposti all’espletamento, su incarico del tribunale, di funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, che siano però tassativamente dotati dei requisiti di professionalità, esperienza ed indipendenza quali conditio sine qua non si possa procedere all’iscrizione;
- uniformazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.
Questi sono i punti principali di una riforma che l’esecutivo, su spinta della legge delega emanata quasi un anno fa, la l.155/2017, s’appresta ad ultimare nell’ottica dell’auspicato miglioramento del panorama delle crisi d’impresa.
Stefano Vito Pantaleo